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Torino. I Carabinieri TPC recuperano un capolavoro del XVIII sec. del maestro ebanista Pietro Piffetti. Video

Dopo un’accurata indagine i militari hanno recuperato una scrivania a doppio corpo con pregiati intarsi di avorio e madre perla, scomparsa nel secondo dopoguerra dal territorio nazionale  TORINO -  E’ stata recuperata dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino una scrivania a doppio corpo con pregiati intarsi di avorio e madre perla, scomparsa nel secondo dopoguerra e considerata uno dei maggiori capolavori del più importante maestro ebanista del periodo sabaudo, Pietro Piffetti.  L’attività investigativa da parte dei Carabinieri è stata avviata dopo la comunicazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Città metropolitana di Torino, che  aveva segnalato la mancata esposizione dell’opera nella mostra “Genio e maestria: in mostra a Venaria mobili ed ebanisti della Corte Sabauda”, allestita all’interno della reggia Sabauda, in quanto non più reperibile.  L’opera era stata realizzata dal maestro Piffetti su disegno dell’architetto regio Benedetto Alfieri per essere collocata in un piccolo vano murario degli appartamenti ducali di Palazzo Chiablese di Torino. Infatti la scrivania era stata ideata non come arredo mobile autonomo, bensì come perfetta integrazione dell'apparato decorativo della sala, quindi legata alle boiseries, su cui poggiava il corpo inferiore a ribalta, mentre lo slancio dell'alzata ad ali pensili era accolto da un'alta nicchia muraria, tagliata a misura per contenerla.  Secondo le indagini effettuate dai Carabinieri, la scrivania, risparmiata dai bombardamenti di Torino del 1943, era stata venduta ad un privato cittadino e poi, in assenza di autorizzazione esportata all’estero. Era stata trasportata dapprima in Francia, successivamente in Svizzera e come ultima destinazione negli  Stati Uniti, ove alla fine degli anni 90 e per un lungo periodo di tempo, era stata esposta al Metropolitan Museum of Art di New York.    A seguito delle indagini l'opera è stata rintracciata presso unprivato che, in buona fede, appresa l'illecita detenzione l'ha restituita all'Italia.    ...

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