Terminato il restauro della tomba monumentale di Michelangelo Buonarroti
Progettata da Giorgio Vasari, nella Basilica di Santa Croce a Firenze, la tomba è stata sottoposta a una accurata pulitura che ha riportato i marmi di Carrara al loro splendore e lucentezza originaria FIRENZE - Si è concluso il restauro della tomba monumentale di Michelangelo Buonarroti nella Basilica di Santa Croce a Firenze. Gli interventi sono stati condotti da Paola Rosa coadiuvata da Emanuela Peiretti. Le due restauratrici si sono formate a Firenze, la prima presso l'Opificio delle Pietre Dure e la seconda presso l'Istituto per l'Arte ed il Restauro "Palazzo Spinelli". Per questo importante restauro che, grazie a una delicata pulitura, ha riportato i marmi di Carrara a risplendere come un tempo, si sono mobilitati oltre cento donatori, di dodici Paesi diversi. E sempre grazie a questi donatori è stato possibile il restauro della pala dell'altare dipinta dal Vasari, raffigurante "Cristo che per la via del Calvario incontra la Veronica", che porta ancora i segni dell'alluvione del 1966, e che sarà completato nel prossimo autunno. Le due opere furono realizzate su progetto di Giorgio Vasari, per volere di Lionardo Buonarroti, nipote ed erede di Michelangelo. Alla morte dell’artista, avvenuta nel 1564 a Roma, fu proprio Lionardo che riuscì, grazie all’appoggio del Duca Cosimo I de’ Medici, a trafugare il corpo dello zio per riportarlo a Firenze. Alla morte di Giorgio Vasari, il monumento venne realizzato da Giovan Battista Lorenzi detto Battista del Cavaliere, Giovanni Bandini detto dell’Opera, Valerio Cioli e Giovan Battista Naldini. Il progetto originario di Vasari e Borghini voleva che al centro, nella posizione d’onore, fosse posta la Pittura. Lionardo ottenne invece da Cosimo che predominasse la Scultura nel rispetto della visione artistica di suo zio. I donatori che si sono impegnati per questo importante restauro hanno aderito al progetto di fundraising "In the name of Michelangelo", dell'Opera di Santa Croce. La campagna per la raccolta dei fondi è stata attivata nel mese di settembre. In pochissimo tempo, si sono raggiunte le risorse necessarie a far fronte al restauro, centomila euro da investire per la ripulitura e le indagini diagnostiche sulla tomba e il restauro della pala d'altare. Le motivazioni dei donatori sono la testimonianza del legame profondo tra Firenze, Michelangelo e il mondo. “Ti amo Michelangelo”, ha scritto un donatore del Colorado. “Un pegno d’amore per la mia adorata Firenze, per farle sapere quanto le sono grata per la bellezza e per il senso che ha dato alla mia vita e alla mia arte”, è il messaggio arrivato dalle Filippine. Tra i sostenitori del restauro c’è anche Colm Kelleher, presidente di Morgan Stanley che ha commentato: "E’ un modo per celebrare il genio e lo spirito innovativo di un uomo che continua ancora oggi a essere fonte d’ispirazione.” ...