Pompei, dagli scavi della Regio V emerge lo scheletro di un ultimo fuggiasco. Video e Foto
Dalle prime osservazioni l’individuo, un 35enne claudicante, ritrovato all'incrocio tra il Vicolo delle Nozze d'Argento e il Vicolo dei Balconi, risulta sopravvissuto alle prime fasi dell'eruzione vulcanica e morto dopo essersi avventurato in cerca di salvezza POMPEI (NAPOLI) - "Il mio mandato è iniziato con crolli a Pompei 7 giorni dopo il giuramento da ministro e si conclude sempre a Pompei con ritrovamenti straordinari dopo 4 anni di restauri, di scavi in zone mai esplorate e con 1 milione di visitatori in più". Così Dario Franceschini, ministro uscente dei Beni Culturali, ha commentato l’incredibile scoperta avvenuta nei nuovi scavi della Regio V di Pompei. E’ solo di qualche giorno fa il ritrovamento del Vicolo dei Balconi, ed ecco ora un altro straordinario rinvenimento proprio all’incrocio tra il Vicolo delle Nozze d'Argento e il Vicolo dei Balconi. Si tratta questa volta del corpo di un uomo di circa 35 anni, sopravvissuto alle prime fasi dell'eruzione vulcanica e morto dopo essersi avventurato in cerca di salvezza lungo il vicolo ormai invaso dalla spessa coltre di lapilli. Il torace dell'uomo risulta schiacciato da un grosso blocco di pietra e il suo corpo, rinvenuto all'altezza del primo piano dell'edificio adiacente, ovvero al di sopra dello strato di lapilli, deve essere stato sbalzato all'indietro dal potente flusso piroclastico. L’individuo è stato colpito da un imponente blocco in pietra (uno stipite forse) e trascinato con violenza dalla nube. Dalle prime analisi antropologiche risultano lesioni a livello delle tibie, segno questo di un'infezione ossea che potrebbe essere stata la causa di significative difficoltà nella deambulazione. E' per questo motivo che probabilmente l'uomo ha tardato a fuggire. Massimo Osanna, Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei, ha commentato: "Questo ritrovamento eccezionale rimanda al caso analogo di uno scheletro rinvenuto da Amedeo Maiuri nella casa del Fabbro e oggetto di recente studio. Si tratta dei resti di un individuo claudicante, anche lui probabilmente impedito nella fuga dalle difficoltà motorie e lasciato all'epoca in esposizione in situ. Al di là dell'impatto emotivo di queste scoperte, la possibilità di comparare questi rinvenimenti, confrontare le patologie e gli stili di vita, le dinamiche di fuga dall'eruzione, ma soprattutto di indagarli con strumenti e professionalità sempre più specifiche e presenti sul campo, contribuiscono ad un racconto sempre più preciso della storia e della civiltà dell'epoca, che è alla base della ricerca archeologica", ha concluso Osanna. {igallery id=9382|cid=1003|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0} ...