Pisa. Concluso il restauro del “Trionfo della morte”, il grande affresco trecentesco di Buonamico Buffalmacco
L’opera sarà ricollocata a parete nel Camposanto monumentale dall'Opera della Primaziale Pisana, che gestisce il complesso del Duomo di Pisa, il prossimo 17 giugno PISA - Si è concluso il restauro del "Trionfo della morte", il grande affresco trecentesco di Buonamico Buffalmacco, parte di quel ciclo conosciuto anche come "la Cappella Sistina dei pisani”. Così è stato infatti definito da Antonio Paolucci, che ha presieduto gli interventi realizzati dalle maestranze dell'Opera con la supervisione dei capi restauratori Carlo Giantomassi e Gianluigi Colalucci. Gli affreschi del ciclo, quasi duemila metri quadranti di dipinti, hanno subito un degrado nel corso dei secoli e sono stati inoltre danneggiati durante la Seconda Guerra Mondiale, il 27 luglio 1944. Una granata all’epoca provocò infatti un incendio, per cui si dovette procedere subito a un loro distacco dalle pareti. Da lì cominciò una lunga storia di salvataggio e restauri che solo ora ha permesso però il suo totale recupero. “Il Trionfo della Morte” venne realizzato tra il 1336 e il 1342. Il ciclo realizzato da Buonamico Buffalmacco si compone di tre scene: le Storie degli Anacoreti, il Giudizio Universale e l'Inferno e il Trionfo della Morte. Come spiegato dall’Opera della Primaziale Pisana, Buffalmacco raggiunse la sua massima espressione proprio in quest’ultima scena che è infatti la più emblematica e suggestiva dell’intero ciclo. Qui sono raffigurate dame e cavalieri che stanno andando a caccia con vesti eleganti e modi cortesi del tempo. Guardando l'intera parete affrescata, ci si accorge però che la tragedia della morte che trionfa sul mondo terreno sta ormai incombendo su di loro. La brigata si trova infatti davanti tre cadaveri imputriditi nelle loro bare, ognuno in uno stadio diverso della morte, dal cadavere "fresco", a quello in putrefazione, a quello ormai scheletro. In alto intanto si consuma la vera e propria battaglia tra Angeli e Diavoli, che si contendono le anime dei defunti. Nella zona centrale è invece visibile la Morte che campeggia la scena, sotto di lei sta un ammasso di persone ormai falciate. L’intero restauro degli affreschi, a partire dagli anni ’90, ha avuto un costo che si aggira attorno ai 7 milioni di euro. Per questi interventi sono state usate tecnologie innovative e non invasive. Ad esempio per risolvere il problema della formazione di condense si è utilizzato un sistema di retro riscaldamento delle superficie affrescate, mentre per la pulitura si è ricorsi al lavoro dei batteri mangiatori, in grado in poche ore di eliminare il materiale organico senza danneggiare il colore. Il 17 giugno si procederà dunque alla ricollocazione dell’affresco nel Camposanto monumentale. "Ora possiamo dire - ha affermato Paolucci - che l'ultima ferita inferta dalla guerra al patrimonio artistico italiano sarà finalmente risarcita e consegneremo al mondo intero il recupero completo di quella che a pieno titolo possiamo considerare la ‘Cappella Sistina' dei pisani". ...