Torino. 206 gallerie provenienti da 31 Paesi (il 62% quelle straniere) porteranno 2mila opere di 700 artisti nei 20mila metri quadrati dell’Oval Lingotto dal 3 al 5 novembre. Questi i primi numeri della 24ma edizione di Artissima (inaugurazione su invito giovedì 2 novembre), la prima diretta da Ilaria Bonacossa, ex direttrice del Museo Villa Croce di Genova (2012-17), curatrice e critica d’arte torinese d’adozione che proprio in questa città ha avuto il suo debutto professionale lavorando con Francesco Bonami nel dipartimento curatoriale della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per sette anni.Sette sono anche le sezioni della fiera; quattro si devono al lavoro del comitato di selezione (composto da Isabella Bortolozzi, Paola Capata, Guido Costa, Martin McGeown, Gregor Podnar e Jocelyn Wolff) e sono le canoniche Main Section (con 95 gallerie di cui 46 estere), New Entries (13 gallerie di cui 5 italiane), Dialogue (33 gallerie di cui 26 straniere) ed Edition & Publishing (con dieci gallerie e librerie). Tre, invece, le sezioni curate: Present Future, con 20 artisti emergenti presentati da 23 gallerie (17 le straniere), Back to the Future, con 27 talenti «dimenticati» attivi negli anni Ottanta proposti da 29 gallerie (12 le italiane) e Disegni, la nuova sezione con cui la Bonacossa «rimpiazza» le performance scegliendo un linguaggio classico e attuale molto apprezzato dal collezionismo internazionale.Sei i premi in palio (per un totale 40mila euro), tre sono riservati a singole sezioni: Premio Illy Present Future e Premio Sardi Back to the Future e Refresh Premio Irinox (Disegni); gli altri tre, invece, estendono il proprio sguardo all’intera fiera: Ogr Award (nuovo premio della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea Crt finalizzato all’acquisizione di un’opera da aggiungere alla propria collezione destinata alle nuove Ogr), Campari Art Prize (migliore artista under 35) e Premio Fondazione Ettore Fico (miglior giovane artista).Ulteriori novità riguardano il progetto di allestimento, ispirato alla pianta della Torino Barocca fatta di vie parallele e grandi piazze (a cura di studio Vudafieri Saverino Partners di Milano), e l’inedita piattaforma digitale artissima.art, che sostituirà il catalogo cartaceo.La Bonacossa ha scelto di mantenere l’attenzione concentrata esclusivamente sugli spazi dell’Oval, evitando di aggiungere eventi collaterali a una tre giorni in cui in città sarà impossibile vedere tutto. Per arricchire la fiera ha pensato, però, a due progetti speciali, che celebrano i 50 anni dell’Arte povera rievocando la «Swinging Torino» del 1967, ovvero lo spirito in cui nacque la corrente artistica che ha fatto della città sabauda la capitale italiana del contemporaneo. Il Deposito d’Arte Italiana Presente è uno spazio con opere di artisti italiani datate dal 1994 (anno della nascita di Artissima) a oggi, prestate da musei piemontesi e gallerie presenti in fiera: è ispirato all’omonimo spazio voluto da Gian Enzo Sperone quando nel 1967 convinse galleristi e collezionisti a collocare le proprie opere in un’ex fabbrica cittadina, un’esperienza durata solo un paio d’anni ma in grado di influenzare Harald Szeemann e la successiva predilezione delle gallerie newyorkesi per gli spazi industriali.Infine uno spazio ispirato alla storica discoteca Piper di Torino (la prima in cui le donne ballavano tutte insieme senza aspettare che fosse l’uomo a invitarle), un’estemporanea sala da ballo dove tra arredamenti e sonorità rielaborati si potrà assistere a lezioni gratuite di artisti come Seb Patane.
Leggi