LONDRA – Si è svolta il 3 ottobre, presso il Bulgari Hotel di Londra, alla presenza di Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI e di Nicola Bulgari, Vice Presidente del Gruppo Bulgari, grande sostenitore del MAXXI BVLGARI Prize, appassionato collezionista d’arte e mecenate, la presentazione della partnership tra MAXXI e Bulgari, il Premio MAXXI BVLGARI Prize e i tre finalisti scelti da una giuria internazionale.
Il MAXXI BVLGARI Prize è un importante progetto per il sostegno e la promozione dei giovani artisti. Nasce in continuità con il Premio MAXXI e ne rappresenta l’evoluzione. Grazie alla straordinaria partnership con Bulgari, oggi il Premio si rinnova, cresce, allarga i propri orizzonti, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare non più solo artisti di nazionalità italiana, ma anche artisti stranieri che abbiano prodotto negli ultimi due anni un nuovo progetto in Italia nell’ambito di istituzioni pubbliche e realtà private.
“Oggi è un giorno speciale per il MAXXI – ha spiegato Giovanna Melandri -. Presentiamo una partnership cruciale, che farà crescere il Premio MAXXI proiettandolo in una dimensione sempre più internazionale e annunciamo i tre artisti finalisti, tutti di grande valore, scelti da una giuria di altrettanto prestigio. Ne sono particolarmente lieta e voglio ringraziare Bulgari, emblema di creatività e qualità italiane, con cui collaboreremo per sei anni. Questo accordo è la dimostrazione del valore strategico dell’alleanza non effimera tra pubblico e privato in ambito culturale. Ringrazio la giuria e voglio complimentarmi con Talia Chetrit, Invernomuto e Diego Marcon. Attraverso l’arte rileggono e interpretano questo nostro tempo così complesso, con un linguaggio che non ha confini. Sono certa che la mostra al MAXXI con i loro lavori sarà di grande impatto”.
Jean Christophe Babin, Amministratore Delegato del Gruppo Bulgari, ha così commentato: “Siamo molto fieri di questa partnership con il MAXXI, un museo italiano d’eccellenza che nella sua costante tensione alla sperimentazione ha molte affinità con il marchio Bulgari. Il Premio MAXXI è la perfetta espressione di questa sinergia: valorizza i giovani protagonisti dell’arte contemporanea e, al contempo, l’Italia come fonte di ispirazione.”
La giuria del premio era composta da Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte, David Elliott, curatore indipendente, Yuko Hasegawa, Direttore artistico del MOT di Tokyo e Hans Ulrich Obrist, Direttore Artistico della Serpentine Galleries di Londra. Insieme con Lucia Boscaini, Bulgari Brand and Heritage Curator, hanno illustrato il Premio in una conversazione con la giornalista Suzanne Trocme.
Hou Hanru, Direttore artistico del MAXXI e componente della giuria, era invece a New York per impegni istituzionali.
Questi i nomi dei finalisti scelti all’unanimità dalla giuria: Talia Chetrit, Invernomuto e Diego Marcon, con la seguente motivazione: ”hanno dimostrato tutti una forte consapevolezza del momento storico che stiamo vivendo e la capacità di espandere i confini del linguaggio artistico”.
Talia Chetrit (Washington DC 1982, vive e lavora a New York), è stata scelta “per la sua capacità di reinventare l’uso della fotografia, combinando linguaggi tradizionali e contemporanei nella sua interpretazione del rapporto tra corpo, sguardo e identità”. E’ stata indicata da Luca Lo Pinto, curatore presso la Kunsthalle di Vienna e fondatore della rivista e casa editrice Nero, che scrive: “Lo stile visivo di Chetrit allude sia alla storia dell’arte sia alla fotografia commerciale, con riferimenti alla tradizione della natura morta e all’oggettivazione delle donne nell’immaginario dei primi movimenti avanguardistici. Tra la sua ricerca più recente, una serie di fotografie in cui utilizza il suo corpo per minare le convenzioni dell’autoritratto e dei suoi meccanismi di controllo”.
Invernomuto nasce nel 2003 dalla collaborazione tra Simone Bertuzzi (1983) e Simone Trabucchi (1982). Il duo vive e lavora tra Vernasca (PC) e Milano ed è stato scelto dalla giuria per “la ricerca su questioni sociali e politiche globali attuata tramite l’utilizzo sapiente di un immaginario influenzato dalla cultura pop e dalla sottocultura, capace di rendere il suo lavoro personale e sincero”. Scrive Luca Lo Pinto, che lo ha segnalato: “Il lavoro di Invernomuto sfugge l’utilizzo di un unico linguaggio o medium, ma suggerisce una nozione espansa di arte, in grado di abbracciare scultura, musica, performance e cinema, mettendo continuamente in discussione i confini tra le varie categorie”.
Diego Marcon (Busto Arsizio, Varese, 1985, vive e lavora a Parigi) è stata scelto “per il suo approccio originale e poetico alla sperimentazione di differenti tecnologie audiovisive e generi cinematografici e per la rilettura critica di siti storici”. E’ stato indicato da Edoardo Bonaspetti, direttore e fondatore della rivista, casa editrice e agency Mousse, che di lui scrive “La sua ricerca artistica si concentra sull’immagine in movimento, sull’esplorazione della potenza evocativa di ciò che non è immediatamente visibile. Tra le tematiche più ricorrenti: il sonno, la noia, il tempo, spesso vissuto come circolare, che tende all’infinito”.
I lavori site specific dei finalisti saranno esposti al MAXXI da maggio 2018, in una mostra curata da Giulia Ferracci. A ottobre 2018 la giuria decreterà il vincitore, la cui opera verrà acquisita dal museo.
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