L’occhio magico di Carlo Mollino in mostra a Camera Torino
L’esposizione, che sarà inaugurata il 17 gennaio, attraversa l’intera produzione fotografica del noto architetto in un percorso di oltre 500 immagini tratte dall’archivio del Politecnico di Torino TORINO - “L’occhio magico di Carlo Mollino. Fotografie 1934-1973”, a cura di Francesco Zanot, è la mostra con cui Walter Guadagnini, Direttore di CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, ha scelto di avviare la stagione espositiva del 2018. Carlo Mollino è stato tra i più noti e celebrati architetti del Novecento, ma ha sempre riservato un ruolo privilegiato alla fotografia come fondamentale strumento di documentazione e archiviazione del proprio lavoro e del proprio quotidiano. Mollino si è avvicinato a questo linguaggio espressivo sulle orme del padre Eugenio, ingegnere e appassionato fotografo. Questa mostra si propone così di approfondire la straordinaria complessità e fecondità della riflessione di Mollino sulla fotografia, situandolo definitivamente nella storia di questa disciplina attraverso un percorso che alterna grandi classici a opere del tutto inedite e mai precedentemente esposte. L’esposizione è suddivisa in quattro sezioni tematiche, ognuna intitolata con una citazione tratta dagli scritti dello stesso autore. In “Mille case”, sono raccolte le immagini relative al tema dell’abitare. Compaiono qui still-life di oggetti domestici, ritratti ambientati nei celebri interni progettati da lui stesso, e una serie di istantanee riprese durante i suoi viaggi come annotazioni visive di architetture più o meno note, dalle case in legno e paglia della campagna rumena al Guggenheim Museum di Frank Lloyd Wright a New York, dai mulini olandesi alla Chandigarh di Le Corbusier. La seconda sezione, “Fantasie di un quotidiano impossibile”, è centrata sull’atmosfera e le ispirazioni surrealiste che pervadono una parte della sua produzione fotografica. Include fotografie molto diverse tra loro: ci sono immagini di vetrine che ricordano quelle riprese a Parigi da Eugène Atget, fotografo prediletto da Man Ray, oggetti isolati nell’inquadratura e caricati di una vita misteriosa, specchi che nascondono e moltiplicano ogni cosa, fotografie di altre fotografie, fotomontaggi di progetti architettonici realizzati a partire da modelli di piccole dimensioni, fino a una selezione di preziose immagini tratte dalla pubblicazione “Occhio magico”, del 1945. “Mistica dell’acrobazia”, titolo della terza sezione, è dedicata alla velocità, il movimento e la dinamica. Sono qui riunite fotografie sul tema del volo, che Mollino praticava da provetto pilota acrobatico, dell’automobilismo, con particolare attenzione alla vicenda del Bisiluro, automobile da lui progettata (insieme a Mario Damonte ed Enrico Nardi) e con cui aveva partecipato alla “24 ore di Le Mans” nel 1955, e dello sci, con una selezione di fotografie di linee tracciate dagli sciatori sulla neve, sinuose come i profili del design del genio torinese. La quarta sezione, “L’amante del duca”, la più ampia della mostra con oltre 180 fotografie selezionate, è infine dedicata al tema del corpo e della posa. Qui sono messi a confronto tra loro due soggetti fondamentali dell’intero corpus fotografico molliniano: i ritratti femminili (oltre alle celeberrime Polaroid, sono esposte numerose stampe originali in bianco e nero e a colori) e gli sciatori. La rassegna è arricchita anche da alcunidocumenti, tra cui lettere, manoscritti, dattiloscritti originali e una serie di cartoline collezionate da Carlo Mollino in ogni angolo del mondo che evidenziano, oltre a un atteggiamento di costante ricerca e curiosità, l’interesse vivo per la fotografia in ogni sua declinazione ed espressione. Completa la mostra un catalogo edito da Silvana Editoriale, contenente tutte le riproduzioni delle opere in esposizione oltre ai saggi di Francesco Zanot, curatore della mostra, Enrica Bodrato, Fulvio Ferrari e Paul Kooiker. ...