Leica, la macchina che cambiò la storia
Roma. «I Grandi Maestri. 100 anni di fotografia Leica», dal 16 novembre al 18 febbraio al Vittoriano, è l’unica tappa italiana di una mostra di oltre 350 opere che rende omaggio a un mito: la Leica, la prima macchina fotografica che dalle precedenti «lastre» passò alla molto più piccola e pratica pellicola cinematografica da 35 mm, a scorrimento orizzontale e avvolta in un rullino. Duttile, leggera, trasportabile in qualunque posto e situazione, fu una rivoluzione che cambiò la storia della fotografia, uno strumento che «con la sua capacità di agire e di farlo velocemente, è per me ciò che la penna è per lo scrittore. Questa macchina fotografica mi permette di raccontare storie», spiega Gianni Berengo Gardin.Il prototipo risale al 1914, dovuto all’ingegnere ottico, progettista meccanico e fotografo tedesco Oskar Barnack, che allora lavorava per l’imprenditore Ernst Leitz. Solo nel 1925 però il primo apparecchio realizzato dalla Leitz fu presentato alla Fiera di Primavera di Lipsia. Da quel momento il successo fu travolgente. La mostra, prodotta da Arthemisia e Contrasto e curata da Hans-Michael Koetzle, espone scatti, vintage e non, dagli anni Venti ad oggi, realizzati con la Leica da Henri Cartier-Bresson, Sebastião Salgado, William Klein, Robert Frank, Robert Capa, Elliott Erwitt e così via, insieme a documenti originali dall’archivio Leica, filmati su fotografi, locandine, riviste, prime edizioni di libri e macchine fotografiche d’epoca, dalla primissima Ur-Leica ai modelli successivi. La mostra offre sedici sezioni che intrecciano temi (fotogiornalismo, propaganda, moda ecc.), cronologia e realtà nazionali (Giappone, Spagna, Portogallo), con uno sguardo più attento sull’Italia tramite i lavori di Gianni Berengo Gardin, Piergiorgio Branzi, Paolo Pellegrin, Valerio Bispuri e Lorenzo Castore. Il 15 novembre, per l’inaugurazione, a Berengo Gardin verrà assegnato il Leica Hall of Fame Award. Catalogo Contrasto. ...