Il nuovo libro “Horror” di Dario Argento è ambientato anche agli Uffizi
Per la prima presentazione del suo libro, il celebre maestro del brivido ha scelto proprio il museo di Firenze, dove ha ambientato il primo di sei racconti, dal titolo "Notte agli Uffizi" FIRENZE - Dario Argento torna alla scrittura, dopo il suo esordio nel 2014 con l'autobiografia "Paura" pubblicata da Einaudi, con una raccolta di racconti dal titolo "Horror. Storie di sangue, spiriti e segreti”, edito da Mondadori, che potrebbe trasformarsi anche in una serie TV. Ambientato in straordinari musei, palazzi barocchi in cui il sovrannaturale si mescola al reale, il libro narra appunto di storie di sangue e di omicidi commessi in questi luoghi particolarmente suggestivi. Il primo racconto, dal titolo "Notte agli Uffizi”, è ambientato nel celebre museo fiorentino, dove Argento girò alcune scene del film “La Sindrome di Stendhal”. Anche per questo motivo il regista ha deciso di presentare la raccolta proprio agli Uffizi, insieme al direttore Eike Schmidt, con il quale ha visitato la galleria, soffermandosi in particolare sulle sale, da poco inaugurate, del Caravaggio dove è possibile ammirare “Medusa”, citata anche nel racconto di Argento. Nel corso della presentazione Schmidt ha fatto riferimento proprio alla sindrome di Stendhal, dichiarando di aver assistito a casi estremi in cui “visitatori svengono dopo aver ammirato la nostra straordinaria concentrazione di bellezza mentre più di frequente altri al termine della visita, felici per aver visto tanti capolavori dell'arte, si mettono a piangere dalla commozione”. Gli Uffizi sarebbero infatti uno dei musei che provocherebbero, in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, tachicardia, capogiro e vertigini. Ironicamente Schmidt ha poi affermato: "Non saprei dire tuttavia se in passato, quando ancora non c'era l'allestimento delle nuove sale, gli svenimenti fossero provocati dalla bellezza dell'arte oppure dalla mancanza di ossigeno per la troppa folla di visitatori davanti alla Venere del Botticelli”. ...