Il lavoro come va fotografato
Bologna. Inaugura il 12 ottobre la terza edizione di «Foto/Industria», atteso evento che Fondazione Mast dedica a cadenza biennale alla fotografia dell’industria e al rapporto, sia esso sociale, economico, politico o filosofico, tra l’uomo e il lavoro. Sotto la direzione artistica, fin dagli inizi nel 2013, di François Hébel, storico direttore dei «Rencontres de la Photographie» di Arles e curatore di dodici delle quattordici mostre in programma, la manifestazione coinvolgerà, oltre a quella del Mast, tredici sedi storiche di Bologna, in un percorso che porterà in città tra i nomi più significativi della fotografia internazionale. Questa edizione, dal titolo «Etica ed estetica del lavoro», interroga e pone l’accento su come, nelle parole di Hebel, «l’identità dei grandi fotografi possa nutrirsi di progetti concepiti e realizzati per l’impresa e come il gioco di illusioni prodotto dalla fotografia, che sappiamo essere soggettiva, possa essere applicato al mondo del lavoro e della produzione». Esplorando geografie, temi e protagonisti del mondo della civiltà industriale, Foto/Industria persegue l’obiettivo di consolidare la missione imprenditoriale e culturale della Fondazione Mast, che si propone come piattaforma di condivisione e dialogo tra impresa e comunità.All’interno del palinsesto, si segnalano le due grandi mostre curate dal Urs Stahel, dal 2013 responsabile della collezione di fotografia industriale e delle attività espositive della Fondazione: «Macchina & Energia» di Thomas Ruff (aperta fino al 14 gennaio), tra i massimi esponenti della fotografia contemporanea tedesca, e «Sviluppare il futuro» dell’artista italiano Claudio Valsecchi, allestite rispettivamente nella PhotoGallery della fondazione e nell’Ex Ospedale degli Innocenti. Attorno ai temi del lavoro e del fare, oggi sempre più di cruciale urgenza e interesse collettivo, saranno incentrati anche i progetti espositivi che animeranno il centro storico di Bologna fino al 19 novembre. Da una selezione di opere inedite di Alexander Rodcenko, maestro della fotografia costruttivista russa, ai paesaggi industriali del ceco Josef Koudelka; dai bambini al lavoro per le strade di Napoli negli anni Settanta di Mimmo Jodice, alla solitudine degli impiegati di oggi nello sguardo di un giovane emergente come lo svedese Mårten Lange. Non mancano le più recenti sperimentazioni in campo robotico e astronautico, siano esse documentate dal francese Vincent Fournier o costruite nelle pratiche di messinscena dello spagnolo Joan Fontcuberta. E ancora, immancabile un progetto dedicato alla fotografia anonima, con fotografie del primo Novecento provenienti dalla Collezione Walther che raccontano di una cittadina americana costruita per l’estrazione del carbone, contrappunto alla serie «American Power» di Mitch Epstein che, a distanza di un secolo, evidenzia come la produzione di energia continui a essere protagonista del medesimo paesaggio. Manifestazione unica nel suo genere, nei suoi 39 giorni di apertura «Foto/Industria» sarà arricchita da un programma di incontri, visite guidate con artisti, tavole rotonde, laboratori per bambini, proiezioni, performance teatrali e concerti. ...