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Competitività e innovazione nella Cultura e nel Turismo

Mercoledì 6 dicembre 2017 ore 10.00, presentazione del III Rapporto “L’arte di produrre Arte”.  ROMA - Viene presentato mercoledì 6 dicembre, presso la Sala Gianfranco Imperatori dell’Associazione Civita, il terzo volume della collana “L’arte di produrre Arte”.  Tema centrale del Rapporto, curato da Pietro Antonio Valentino ed edito da Marsilio Editori, è l’innovazione, quella prodotta dalla rivoluzione informatica e dalla diffusione del digitale che ha modificato sia le modalità di produrre e consumare cultura che il rapporto fra domanda e offerta nel settore turistico.  Il volume fornisce indicazioni e stimoli volti a migliorare le politiche pubbliche e contribuire a rendere il nostro tessuto imprenditoriale legato alla ideazione, produzione e diffusione di contenuti culturali e creativi più solido e competitivo. L’indagine realizzata dall’Associazione Civita sulle Industrie Culturali e Creative (ICC), al fine di procedere ad un confronto internazionale e porre in evidenza i cambiamenti strategici in atto nei principali paesi europei (Germania, Francia, Spagna e Regno Unito), ha utilizzato le definizioni di ICC e di occupazione culturale totale date dall’Eurostat che sono in linea con quelle di altre istituzioni internazionali come l’Unesco.  L’importanza dell’ICC per l’economia di un paese è stata analizzata sulla base di differenti indicatori. Prendendo, per esempio, in considerazione il contributo dell’occupazione culturale a quella totale di ciascun paese si ricava sia che gli altri paesi europei fanno meglio dell’Italia sia che l’importanza dell’ICC per tutte le economie nazionali considerate è piuttosto modesta.  Il valore più elevato è quello del Regno Unito dove nel 2015 il cultural employment contribuisce per il 3,6% alla creazione dell’occupazione totale del paese (la stessa percentuale è pari in Germania al 3,0%). Il peso occupazionale dell’insieme delle attività culturali e creative è in Italia pari al 2,7%, in linea con il dato della Francia, ma inferiore a quello rilevato per la media dell’Europa a 28 (2,9%). L’indagine ha provato a dare una risposta ad una domanda di fondo che trae origine dai dati quantitativi “ufficiali”: se non è la dimensione economica, quali sono le ragioni che rendono il settore culturale e creativo strategico per le economie nazionali e territoriali? Le principali sono due. La prima è che in tutti i paesi l’occupazione culturale ha subito meno gli effetti della crisi. La capacità delle industrie culturali e creative di reagire meglio agli shock negativi dei contesti, è stata diversa da paese e paese. Pur se, in Italia, la domanda di cultura è diminuita meno di altre, la reazione del settore alla crisi ha messo in evidenza che è necessario innovare di più e allargare il mercato (interno ed estero) dei prodotti culturali ideati e realizzati in loco.  La seconda è ancora più importante dal punto di vista economico. La “rivoluzione informatica” sta modificando in maniera significativa il modo di produrre “cultura” consentendo di scomporre i processi produttivi (ripartendo attività e funzioni in tre grandi fasi: pre-fabbricazione, fabbricazione e post-fabbricazione) nonché di delocalizzare quelle a minor valore aggiunto (in genere la fase di fabbricazione). Con la scomposizione e delocalizzazione del ciclo, il mercato dei prodotti culturali e creativi si estende, assumendo una dimensione sempre più internazionale. I Per l’Italia tutto ciò richiede un cambiamento delle politiche di sostegno al settore che devono puntare a sviluppare competenze e know-how che permettano alle imprese e alle attività di localizzarsi nelle attività a più alto valore aggiunto. Il sostegno deve essere ad ampio spettro, non solo finanziario, ed investire le attività formative, una più stretta collaborazione tra pubblico-privato, la definizione di standard e regolamentazioni internazionali e, insieme, rafforzare il ruolo di istituzioni che preservano il know-how e i contratti. In misura ancora maggiore la rivoluzione digitale ha reso attrattivo per nuove fasce di fruitori (il “turista creativo”) sia il consumo delle tradizionali attività culturali (dalle performing art alle visite museali) che quelle attività legate alla cultura di un territorio (dalla moda al design, dall’artigianato all’industria del gusto) o all’industria della comunicazione e dell’audiovisivo (ad esempio il cineturismo). Efficaci politiche di sostegno devono puntare ad una più stretta collaborazione tra pubblico e privato, tra scuola e impresa oltre che ad incentivare l’innovazione dei processi di istruzione e formazione relativi alle professioni richieste dall’ICC.  Gli ospiti si confronteranno su questi temi moderati da Riccardo Luna, Direttore responsabile di Agi, con l’obiettivo di dare l’avvio ad un confronto in merito alle opportunità derivanti dalla rivoluzione digitale e dalla trasformazione in atto nelle offerte e nei consumi culturali. PROGRAMMA  SALUTI Gianni Letta, Presidente Associazione Civita INTRODUCE Pietro A. Valentino, Curatore del Rapporto INTERVENGONO Armando Peres, Presidente Comitato Turismo OCSE Domenico Arcuri, Amministratore Delegato INVITALIA Stefano Pighini, Presidente LVenture Group Marco Bicocchi Pichi, Presidente Italia Startup Paolo Giulini, Fondatore Musement MODERA Riccardo Luna, Direttore responsabile Agi Verrà distribuita copia della pubblicazione edita da Marsilio Editori www.civita.it   ...

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