Al Museo dell’Opera del Duomo a Firenze in esposizione un capolavoro di Giotto
Si tratta della Madonna di San Giorgio alla Costa, una tempera e oro su tavola, danneggiata nell’attentato di via dei Georgofili a Firenze, di cui sono sono ancora visibili le lesioni causate da una scheggia nella veste dell'angelo a sinistra FIRENZE - L’opera, provienente dal Museo Diocesano di Santo Stefano al Ponte, è stata presentata al Museo dell'Opera del Duomo alla presenza dell'arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, del presidente dell'Opera di Santa Maria del Fiore, Luca Bagnoli, e del direttore del Museo, Timothy Verdon, e sarà esposta dal 10 febbraio. La “Madonna di San Giorgio alla Costa” è uno dei dipinti già emblematici del rinnovamento assoluto del linguaggio artistico attuato da Giotto sul finire del XIII secolo. La critica moderna corcorda nell'assegnare il dipinto alla prima maturità di Giotto, permangono tuttavia alcune divergenze sulla datazione: la maggior parte dei critici la ritiene un'opera realizzata intorno al 1295, considerando lo stile posteriore a quello sviluppato dall'artista negli affreschi della Basilica Superiore di Assisi. Timothy Verdon, direttore del Museo del Duomo, ha spiegato: "Questa ipotesi avvicina la tavola agli anni di progettazione e di avvio dei lavori della Cattedrale di Firenze, tra il 1294 e il 1296, anch'essa dedicata a Maria. Sia la forma gotica dello schienale del trono che l'utilizzo di inserti musivi e modanature di marmo rosa rientrano nel lessico decorativo elaborato da Arnolfo di Cambio, il primo architetto della cattedrale. Un confronto, che la collocazione del dipinto nello spazio del museo denominato Belvedere, da cui si vede la ricostruzione della facciata arnolfiana, vuole suggerire”. L’opera fu manomessa nel primo Settecento per essere adattata agli arredi della chiesa in ristrutturazione di San Giorgio alla Costa. Venne trasferita nel Novecento al Museo Diocesano di Santo Stefano al Ponte a Firenze, danneggiato a sua volta dalla strage mafiosa del 1993 e chiuso al pubblico per motivi di adeguamento alle vigenti normative museali. Il cardinale Betori ha affermato: “la Madonna di Giotto di San Giorgio alla Costa, già offesa dall'attentato di via de' Georgofili, rischiava di rimanere pressoché inaccessibile, racchiusa in un deposito. Di qui la decisione dell'Arcidiocesi di cercare una collocazione che permetta a tutti di poter ammirare quest'opera giovanile di Giotto e di riconoscere in essa una significativa espressione della fede di questa città verso la fine del XIII secolo. L'immagine di Maria e del Bambino - ha aggiunto il card. Betori - che Giotto propone in questa tavola potrà essere messa in dialogo con le forme della scultura di Arnolfo di Cambio e degli altri artisti che hanno lasciato traccia del loro genio nella nostra cattedrale”. Infine il presidente dell'Opera di Santa Maria del Fiore Luca Bagnoli ha aggiunto: “accogliere capolavori come questo significa riconoscere la ragione d'essere della nostra istituzione. Infatti, accanto alla conservazione e valorizzazione dei nostri monumenti siamo chiamati a diffondere la cultura e i valori cristiani rappresentati in queste opere”. ...