Al Castello di Rivoli dal 6 marzo la rassegna dedicata a De Chirico
La mostra "Giorgio de Chirico. Capolavori dalla Collezione di Francesco Federico Cerruti" propone un inedito viaggio nel tempo che mette in relazione le opere di de Chirico con alcune tra le maggiori opere di arte contemporanea della collezione permanente del Museo TORINO - La mostra "Giorgio de Chirico. Capolavori dalla Collezione di Francesco Federico Cerruti", a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria, presenta per la prima volta al Castello di Rivoli un nucleo selezionato di capolavori di Giorgio de Chirico provenienti dalla collezione di Francesco Federico Cerruti, offrendo la possibilità di ammirare opere finora celate nella Villa Cerruti di Rivoli, dimora voluta dall’imprenditore torinese negli anni sessanta ad uso esclusivo della propria collezione privata. La città di Torino, per ammissione dello stesso artista, è tra le città italiane che ispirarono i primi quadri metafisici con le loro atmosfere malinconiche. De Chirico scrive infatti che le piazze e i portici di Torino, con i loro archi, danno l'impressione che “la città sia stata costruita per le dissertazioni filosofiche”. L'interesse da parte dell'artista per le piazze italiane nasce dalla conoscenza delle lettere di Nietzche da Torino, che descrivevano con toni di esaltazione visionaria il fascino spettrale delle antiche piazze "severe e solenni" circondate da portici e popolate di statue. Le piazze realizzate da De Chirico, estraniate dal flussso normale della vita e trasferite in una dimensione onirica, rivelano infatti "il vuoto pauroso" della realtà e il suo aspetto metafisico. Autore di un’arte nella quale l’intelletto domina sull’emozione e unisce con visionaria originalità la filosofia della Grecia mitologica con l’algida classicità del pensiero nordico, De Chirico è dunque l’iniziatore della pittura metafisica, le cui immagini enigmatiche, attraverso una pittura caratterizzata da ombre nette e colori piatti, rimandano alla sospensione del tempo, all’immobilità, alla fragilità della coscienza, all’inesprimibile e allo smarrimento che sono grammatica dei sogni, cifra stilistica originale che è esito della profonda cultura filosofica, letteraria e figurativa dell’artista. Precursore del Surrealismo, a partire dagli anni Venti si impegna nel superamento degli stili. Emerge un interesse crescente del "Pictor optimus" per il tema della metamorfosi nel mondo antico, per quelle rifrazioni enigmatiche di senso che prima di sciogliersi nel nulla suggeriscono figure dell’esistere. La rassegna torinese include lavori che spaziano dal 1916 al 1927, con otto importanti dipinti del maestro della Metafisica. L'esposizione, offrendo uno spaccato sull’inesauribile capacità metamorfica del genio di De Chirico, ne indaga la ricca eredità intellettuale. Presenta inoltre le sue opere in relazione con alcuni tra i maggiori lavori di arte contemporanea della collezione permanente del Museo, tra cui in particolare installazioni di Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto e Maurizio Cattelan. Il percorso include dipinti di de Chirico come Composizione metafisica (Muse metafisiche) (1918), allestita in relazione con Casa di Lucrezio (1981) di Giulio Paolini, Il trovatore (1922), Il saluto degli argonauti partenti (1920), mentre nella sala 5 il tema centrale è l’autoritratto in cui Autoritratto metafisico (1919) è messo in relazione con l’imponente Architettura dello specchio (1990) di Michelangelo Pistoletto. In mostra anche Interno metafisico (con faro) (1918), Composizione metafisica(1916), Interno metafisico (con dolci ferraresi) (1917), Due cavalli (1927). Carolyn Christov-Bakargiev spiega: “In De Chirico la riscoperta della mitologia classica non avviene come nel Rinascimento per ricostruire una storia del passato, ma per uscire dalla Storia, quella stessa che proprio dal Rinascimento ci ha portato a quell’accelerazione mortifera e ingestibile che arriva alla nostra contemporaneità. De Chirico è nietzschiano, antimoderno e contro lo storicismo. Rinnovando il concetto di un tempo circolare, l’artista si rifà alla mitologia e alla pervasività del concetto di metamorfosi che la caratterizza”. Vademecum Dal 06 Marzo 2018 al 27 Maggio 2018Castello di Rivoli – Museo d'Arte Contemporanea, Torino ORARIO: da martedì a giovedì 10-17; venerdì, sabato e domenica 10-19; lunedì chiuso. La biglietteria chiude 15 minuti prima della chiusura del Museo. INGRESSO: intero 8,50 euro; ridotto 6,50 euro. Ingresso libero possessori Abbonamento Musei e Torino Card. INFO: www.castellodirivoli.org - info@castellodirivoli.org - 011.9565222-9565280 ...