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Alla Reggia di Caserta arriva Kyle Thompson, giovane star della fotografia statunitense

Fotografo ventiseienne, Thompson ha all’attivo numerose mostre in diversi Paesi, pubblicazioni e Premi, tra cui due edizioni del Photo of the Day di Vogue Italia CASERTA - Dal 27 marzo, la Reggia di Caserta ospita la mostra intitolata “Kyle Thompson. Open Stage”, prima esposizione italiana della giovane star statunitense della fotografia, a cura di Gabriela Galati, direttrice della Galleria A29 Project Room di Milano.  Autore di una fotografia concettuale Thompson va alla ricerca di luoghi insoliti, abbandonati, dove l’umano non è, o non è più. Per questo li popola di sé, della sua presenza, della sua immagine. Thompson utilizza se stesso come soggetto delle sue opere, dando vita ad autoritratti surreali e bizzarri. Nell’ultima serie di foto Ghost Town (2015) si sofferma su case abbandonate, foreste vuote, fiumi, laghi. Scenari in cui l'artista elabora i suoi scatti, intervenendo con fumo, effetti di luce e con oggetti della sua quotidianità. Come in un viaggio onirico  Thompson ci guida tra le ombre, le luci e l'anima di questi luoghi, apparentemente vuoti ma ricchi di ricordi di chi li ha vissuti e di chi per la prima volta li esplora. Parlando dei suoi autoritratti Thompson racconta: “Necessitavo di un modo per incanalare le mie emozioni. Sentivo che gli autoritratti le esprimevano. Senza dover ricorrere alle parole. Avevo una terribile difficoltà nel rapportarmi con le persone, quindi ho finito per usarmi in quasi tutte le mie foto, passando parecchie ore ogni giorno nel girovagare da solo attraverso foreste vuote facendomi autoritratti grazie al timer delle mie fotocamere”.  Per Caserta, Kyle Thomson ha dato vita ad un progetto che esplora il contesto e l’ambiente che circondano le sue immagini. Spiega la curatrice: “L’artista è interessato al rapporto tra ambiente urbano e natura: abitando in una grande metropoli americana, avverte l’urgenza di ricercare spazi naturali, non-antropizzati per creare il suo lavoro. Thompson considera lo spazio naturale come una sorta di palcoscenico in cui un leggero spostamento dell’obiettivo della camera distruggerebbe l’illusione creata e metterebbe in luce il vero contesto della scena. Il progetto da lui ideato per questa esposizione mira a dare un altro sguardo sul rapporto tra spazio urbano e natura. Di conseguenza,  - prosegue Galati -  le immagini sono concepite in dittici: una di maggiori dimensioni sarà sempre un autoritratto dell’artista immerso in questi spazi naturali all’interno di aree urbane, l’immagine più piccola invece sarà quella che romperà l’illusione e farà vedere il vero ambiente in cui questa ‘natura’ è immersa. L’interesse è quello di mettere in evidenza non solo come la città cambia la natura, ma anche come alcune, anche se piccole, porzioni di natura riescono a mantenersi immutabili”. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 4 giugno 2018.   ...

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