Treviso.Tornano nella chiesa di San Teonisto le opere trafugate da Napoleone
Dopo il restauro dell’edificio, voluto e finanziato da Luciano Benetton, sono state riconsegnate all’antica chiesa trevigiana le grandi tele commissionate nel corso del Seicento dalle monache benedettine, patrimonio monastico sino alla sottrazione napoleonica del 1810 TREVISO - Sono state riconsegnate sabato 13 gennaio, in una cerimonia pubblica 19 opere, patrimonio della chiesa trevigiana di San Teonisto, sottratte da Napoleone nel 1810. Le grandi tele furono commissionate nel corso del Seicento dalle monache benedettine che avevano eretto il convento e la chiesa di San Teonisto a illustri pittori dell’epoca quali Jacopo Lauro, Carletto Caliari, Matteo Ingoli, Bartolomeo Scaligero, Pietro della Vecchia, Ascanio Spineda, Alessandro Varotari detto il Padovanino, Matteo Ponzone, Paolo Veronese e Antonio Fumiani. Quando, per effetto dei decreti napoleonici, il monastero benedettino di San Teonisto venne demanializzato, le opere d’arte che monastero e chiesa conservavano vennero confiscate. Finirono dapprima a Parigi, per andare poi a Milano, dove furono distribuite tra Brera e Castello Sforzesco, una fu in seguito destinata a Roma, altre rientrarono a Treviso, al locale Museo Civico. L’odissea delle opere rientrate “a casa” non era finita. Dal museo trevigiano, che ne era diventato proprietario, le tele furono riposizionate nell’originario luogo di culto. Ma, durante la seconda guerra mondiale, nel 1944, la chiesa, come gran parte della città, venne colpita da un terribile bombardamento alleato. Recuperati dalle macerie, i dipinti furono trasferiti al Museo Civico che li ha custoditi fino a oggi. I dipinti inizialmente sottratti a San Teonisto erano 22, taluni di grandissime dimensioni. A tornare sono oggi “solo” 19 di essi, anzi 18 perché una delle pale d’altare, “Le nozze di Santa Caterina” del Lazzarini, inserita nelle esposizioni stabili della Pinacoteca Civica, resta nelle sale dei Musei Trevigiani. In sostituzione di essa, dalla Pinacoteca giunge però la pala della “Madonna del Rosario e i santi Domenico e Rosa” di Jacopo Lauro. Una sostituzione per nulla casuale. Questa pala, infatti, era già stata collocata in San Teonisto allorché un dipinto della stessa chiesa, il “Martirio di Santa Giuliana” era finito al Castello Sforzesco di Milano, dove ancora è conservato. All’appello mancano ora tre capolavori. Oltre al già citato “Martirio di Santa Giuliana” di Jacopo Lauro, ora di proprietà dello Sforzesco, la pala dell’altare maggiore di Jacopo Palma “Martirio dei Santi Teonisto, Tabra e Tabrata” (1603) finita nella chiesa di Brusuglio, poi danneggiata da un incendio e trasferita nella Galleria di Brera per essere restaurata. La terza delle opere mancanti, “Le Nozze di Cana” di Paolo Veronese e bottega (1580), è custodita nella Sala Gialla di Palazzo Montecitorio. San Teonisto è stato di recente restaurato grazie al finanziamento di Luciano Benetton. L’edificio, sconsacrato e adibito a usi diversi, è stato gestito dal Comune di Treviso fino all’acquisizione, nel 2010, da parte di Luciano Benetton che successivamente l’ha donato alla Fondazione Benetton Studi Ricerche per farne un luogo di cultura in grado di ospitare eventi di respiro internazionale. Ora, grazie a un accordo trentennale tra il Comune di Treviso e la Fondazione Benetton, i muri di San Teonisto ritrovano il loro patrimonio d’arte che potrà nuovamente essere ammirato dal pubblico nella cornice originaria. Nel rendere concreto l’ambizioso progetto di ricollocazione ha avuto parte decisiva anche la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso. Da lunedì 15 a sabato 20 gennaio alle ore 18 sono in programma delle visite guidate tenute da esponenti della cultura trevigiana: Elisabetta Gerhardinger, conservatore Musei civici di Treviso; Luca Majoli, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso; don Paolo Barbisan, direttore dell’Ufficio diocesano per l’arte sacra e i beni culturali; Marta Mazza, direttrice Museo Nazionale Collezione Salce; Eugenio Manzato, storico dell’arte. Tutte le visite saranno seguite, alle ore 19, da un breve concerto per pianoforte, in collaborazione con il Conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto. Nei giorni delle visite guidate la chiesa aprirà dalle ore 17. Informazioni e prenotazioni: tel. 0422 5121, www.fbsr.it ...