Un immigrato di successo
Cremona. Si chiamava Luigi Miradori ma per tutti, a Cremona, dove arrivò da Genova dopo un soggiorno a Piacenza, era «il Genovesino» (1600 ca-1656). Il suo successo in città fu rapido, decretato dal governatore e castellano don Álvaro de Quiñones e dalla nobiltà locale, come la famiglia Ponzone, di cui ritrasse, tra l’altro, il piccolo «Sigismondo Ponzone con il suo cane», in uno dei più teneri ritratti infantili del Seicento. Proprio la Pinacoteca Ala Ponzone presenta, dal 6 ottobre al 6 gennaio, la prima monografica mai dedicata a questo pittore di talento, che ritrova giusta visibilità in occasione delle celebrazioni per i 450 anni della nascita del compositore cremonese Claudio Monteverdi (1567-1643), suo contemporaneo. La rassegna «Il Genovesino. Natura e invenzione nella pittura del Seicento a Cremona», curata da un autorevole comitato scientifico (Francesca Cappelletti, don Andrea Foglia, Francesco Frangi, don Gianluca Gaiardi, Valerio Guazzoni, Stefano L’Occaso, Angelo Loda, Mario Marubbi, Xavier F. Salomon, Marco Tanzi, Letizia Treves, Monica Visioli) presenta oltre 50 dipinti di questo artista irrequieto e versatile (era anche un ottimo suonatore di colascione, lunga mandola in voga nel Seicento), molti dei quali restaurati in quest’occasione, giunti da chiese lombarde e da collezioni e musei italiani e stranieri, testimoni del vasto successo raccolto grazie al suo muoversi con disinvoltura tra temi e stili assai diversi, dai dipinti sacri di severa osservanza a più capricciose (talora picaresche) composizioni tratte da musica e letteratura; dalle «Vanitas», con bambini addormentati accanto a teschi (un ricordo della peste), ai ritratti, uno dei quali («Monaco della famiglia Pueroni») già attribuito a Zurbarán. La mostra è completata da un percorso tra chiese e palazzi cittadini, custodi di altri suoi lavori. ...