Erwitt Elliott e i suoi (adorati) cani in mostra a Treviso
Anticipazioni: ottanta fotografie svelano il mondo visto con gli occhi dei cani protagonisti delle immagini di un fotografo originale e anticonformista in mostra alla Casa dei Carraresi da settembre Non inedito, ma originale il percorso della mostra “Elliott Erwitt: i cani sono come gli umani, solo con più capelli”, curata da Marco Minuz, che sarà alla Casa dei Carraresi di Treviso dal 22 settembre 2018 al 3 febbraio 2019. Raccogliendo una straordinaria selezione di un'ottantina di fotografie dedicate a questo tema in un percorso che spazia dagli anni cinquanta fino ad oggi e che documenta la profondità e l’acutezza del lavoro fotografico di Erwitt su questo specifico tema, la mostra è anche un ottimo "dietro le quinte" che svela il modo del tutto particolare di Elliott di trasformare i cani nei grandi protagonisti delle sue fotografie. Le sue immagini, infatti, sono realizzate “dal punto di vista dei cani” e spesso il fotografo pone il suo obiettivo ad altezza di cane, lasciando ai suoi padroni, il solo spazio di un piede o dei polpacci. Come riusciva quindi il fotografo parigino di origine ebrea ad ottenere simili effetti? "Le pose sono ottenute, a volte, da Erwitt con un metodo preciso - spiegano gli organizzatoridella mostra - ovvero suonando, poco prima di fotografare, una trombetta che spaventava i cani. Oppure, ricorrendo ad un unico forte latrato, emesso dallo stesso fotografo, che scatena la reazione dei cani che, all’improvviso, saltano, abbaiano, ringhiano, consentendogli di coglierli nella loro naturalezza. Escono così immagini di forte spontaneità, che fissano l’espressione animata degli animali". Anche il titolo della mostra, organizzata da Suazes, in collaborazione con Fondazione Cassamarca di Treviso e Magnum Photos, presso gli spazi di Casa dei Carraresi, racconta il sentire di Elliott nei confronti di questi animali, recuperando una frase, "i cani sono come gli umani, solo con più capelli” che lo stesso fotografo aveva usato in un'intervista in cui raccontava spiegava appunto la loro frequente presenza nelle sue fotografie. ...