Intervista a Guido Harari
Dal 29 giugno al 26 agosto la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia ospita la mostra fotografica “Wall of Sound” di uno dei maggiori fotografi contemporanei di musica PERUGIA - Autore di celebri ritratti e notissime copertine di dischi di artisti che spaziano dal rock, al jazz, alla musica classica Guido Harari offre, attraverso oltre 100 fotografie, un’ampia panoramica del lavoro svolto in più di quarant’anni, durante i quali ha immortalato autori del calibro di Fabrizio De André, di cui è stato uno dei fotografi personali, Lou Reed, Giorgio Gaber, Bob Dylan, Vinicio Capossela, Kate Bush, Vasco Rossi, Peter Gabriel, Enzo Jannacci, Riccardo Muti, Miles Davis e tantissimi altri. La rassegna, intitolata Wall of Sound (come l'omonima galleria di Harari ad Alba (Cn ndr), è curata da Marco Pierini e organizzata in collaborazione con Solares Fondazione delle Arti di Parma, Umbria Jazz e il Trasimeno Music Festival. A Guido Harari, in attesa di ammirare le sue opere, abbiamo posto alcune domande: Fotograficamente parlando, ha qualche rimpianto? Per qualcuno che non è riuscito a fotografare e per qualche artista che, negli anni successivi o in tour successivi, avrebbe forse fotografato meglio? Non ho rimpianti, ma, dal punto di vista puramente anagrafico, sarei stato felice di nascere dieci anni prima per godermi le rivoluzioni musicali (e non solo) degli anni Sessanta. Per quello che riguarda la fotografia musicale, mi dispiace solo non essere riuscito a fotografare artisti come Amy Winehouse, John Coltrane, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison o gli Who. Avrei desiderato più tempo con Jeff Buckley, purtroppo mancato troppo presto. In alcune zone del mondo non si ama essere fotografati per il timore che possa essere rubata l'anima. Nelle sue foto questo 'furto' appare. Qual'è l'artista di cui ritiene aver maggiormente "rubato" la vera essenza? John Trudell, poeta, musicista e attivista Native American, ha ribaltato questo concetto, affermando che le fotografie trasportano la sua anima in giro per il mondo. "Rubare l'essenza" è il più delle volte un atto inconscio, non c'è premeditazione che tenga. Mi è successo forse con la foto di De André addormentato per terra contro un termosifone, con un Ennio Morricone fotofobico che si nasconde dietro una porta lasciando intraveder soltanto i suoi inconfondibili occhiali, o con Dario Fo e la sua maschera che poi tanto maschera non era. Qual'è stato l'artista più ostico? E quello più disponibile? L'artista più ostico è stato il musicista Henry Rollins, che pose talmente tanti paletti prima ancora che io cominciassi a scattare, al punto che dovetti andarmene dallo studio e rinunciare allo shooting. Quanto a disponibilità, tra tutti ricordo con grandissimo affetto Mia Martini, Lou Reed, Fabrizio De André, Kate Bush, Pino Daniele. Tra i tantissimi che sicuramente ha vissuto, qual è l'episodio che maggiormente ricorda? La foto di Tom Waits che corre con una specie di mantello addosso. Fu una foto "rubata" sul set di un altro fotografo, a Parigi. Il fotografo aveva allestito un mini set in un cortile. Lavorando in pellicola dovette ad un certo punto fermarsi per riavvolgere il rullino e sostituirlo. In pochi secondi Waits gli strappò il fondale di tela dal muro, facendosene un mantello. Io non ebbi alcuna esitazione, e, sicuro di non "rubare" nulla al mio amico collega, cominciai a scattare. Waits sembrò apprezzare che lo sfogo di un momento potesse trasformarsi in un'azione "scenica" e mi assecondò. Sono molto affezionato a quella foto. Vademecum GUIDO HARARIPerugia, Galleria Nazionale dell’Umbria (corso Pietro Vannucci, 19)29 giugno–26 agosto 2018Orari: da martedì a domenica, 8.30-19.30; lunedì 12.00-19.30 (ultimo ingresso ore 18.30) Biglietti: intero, € 8,00; ridotto, € 4,00, gratuito (per le singole categorie consultare il sito www.gallerianazionaledellumbria.it/visita/); Card Perugia Città MuseoInformazioni: Tel. 075.58668415; gan-umb@beniculturali.itBiglietteria/Bookshop: Tel. 075.5721009; gnu@sistemamuseo.it Sito internet: www.gallerianazionaledellumbria.it ...