Terminato il restauro di Santa Maria in Trastevere
L’intervento, durato circa un anno per un costo di 400mila euro, ha restituito leggibilità alle superfici della facciata di una delle basiliche simbolo di Roma ROMA - E’ terminato il restauro della facciata di Santa Maria in Trastevere a Roma. L’intervento, a cura della Soprintendenza speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio, è durato circa un anno. La presentazione dei lavori si è tenuta il 7 maggio alla presenza del soprintendente Francesco Prosperetti che ha spiegato: “è un restauro che i romani attendevano da tempo perchè si tratta di una chiesa amata dai cittadini che mostrava molto evidenti segni di appassimento: era sbiadita e trascurata, ma con questo lavoro siamo riusciti a ridare luce a un importantissimo monumento che è frutto di tante trasformazioni culminate con il restauro ottocentesco voluto da Pio IX. Si trattava di armonizzare interventi realizzati in epoche lontanissime tra di loro che si compongono in una immagine unitaria della facciata che bisognava ripristinare". La Chiesa fu fondata da papa Callisto I nel secondo decennio del III secolo e ultimata da Giulio I negli anni Quaranta del IV. L’attuale struttura, come la vediamo oggi, risale invece XII secolo. All’epoca l'edificio venne ricostruito per volere di Innocenzo II, utilizzando anche materiale di spoglio, come alcuni marmi, capitelli e colonne provenienti dalle Terme di Caracalla. Nel 1702, sotto Clemente XI, l'architetto Carlo Fontana restaurò il grande mosaico e aggiunse alle finestre cornici architettoniche. L’ultimo intervento sulla struttura risale al XIX secolo, quando tra il 1863 e il 1874 Virginio Vespignani, su commissione di Pio IX, rimodulò l’edificio e fece decorare l'intera facciata con la pittura di Silviero Capparoni, che circonda il mosaico. I lavori di restauro, come spiegato dal direttore dei lavori, Elvira Cajano, hanno restituito la leggibilità delle figure pittoriche, mentre i mosaici sono stati puliti, consolidati e reintegrati delle tessere mancanti. “Gli affreschi ottocenteschi che risultavano ormai sbiaditi hanno riacquistato leggibilità e il mosaico medioevale l’originaria lucentezza", ha sottolineato Prosperetti, aggiungendo: “Un restauro ben riuscito, ma particolarmente difficile per l’esigenza di trovare il giusto equilibrio tra il recupero della decorazione ottocentesca e la conservazione dello splendido mosaico medioevale”. ...